Blog di informazione sui mutui, i prestiti, i finanziamenti e le carte di credito.

In Primo piano:
- Mutuo Prima casa - Cessione del quinto - Finanziamento auto

Preammortamento di un mutuo

La maggior parte delle spese che un mutuo comporta sono ben visibili nell'Indice Sintetico di Costo Globale. Altre spese invece non sono prese in considerazione all'interno di questo indice tra cui ad esempio il costo di preammortamento del mutuo. E' necessario invece riuscire a conoscere ogni singola spesa per non avere sorprese all'arrivo della prima rata da pagare.
Il costo di preammortamento del mutuo rappresenta in realtà il guadagno della banca su quel determinato prodotto finanziario.
Il costo di preammortamento viene calcolato sulla base di diversi fattori. I fattori che entrano in gioco sono
giorni di preammoratmento
il valore del mutuo
il tasso in percentuale annuo
Questi elementi devono essere divisi per la cifra 365000.

Definizione di cos'è un rogito o atto notarile

Il rogito notarile è un documento scritto da un notaio ed è considerato un atto pubblico. La formazione degli atti notarili è disciplinata dalla legge n.89 del 16/02/1913, o legge notarile. L’atto notarile deve essere ricevuto in presenza delle parti e di almeno due testimoni. L’articolo 51 della legge, l’atto notarile deve recare l‘intestazione “Repubblica Italiana” nonchè la data, i dati del notaio i dati del cliente, gli importi e i dati di eventuali testimoni e eventuali interpreti, i dati dell'oggetto dell'atto notarile di vendita (della casa o dell'auto).


Una volta sottoscritto il rogito, il notaio dovrà adempiere ad una serie di impegni di natura fiscale e burocratica. Dovrà infatti registrare il rogito presso la Conservatoria dei registri immobiliari, pagando l’imposta di registro o l’Ivanel caso in cui si trati di un immobile o auto nuova, l’imposta ipotecaria e catastale, il bollo. deve poi consegnare alla Conservatoria, una “Nota di trascrizione”, con un elenco di tutti i vincoli che gravano sull’immobile e derivano dal contratto di compravendita. Iscriverà inoltre le evetuali ipoteche per l’acquisto di un immobile tramite mutuo, ma anche tutti gli altri diritti reali quali diritto di abitazione, usufrutto, servitù, enfiteusi ecc…

Convenienza del leasing immobiliare contro un mutuo

Il Leasing immobiliare, fra le forme di leasing esistenti, rappresenta nel nostro Paese il segmento più rilevante. Può essere erogato sia per immobili già costruiti, sia per edifici in fase di costruzione. La maggiore flessibilità dei parametri di ammortamento lo rende infatti spesso più vantaggioso del mutuo che, fatta eccezione per le oscillazioni garantite dal tasso d’interesse variabile, è dotato di un’impostazione più rigida rispetto al leasing.

Il periodo di ammortamento dei canoni può variare da un termine minimo di 96 ad uno massimo di 240 mesi, anche se solitamente non si superano mai i 144 mesi.

La maggiore convenienza del mutuo rispetto al leasing si avrà quindi solo in caso per periodi di ammortamento molto lunghi. Il leasing, in quanto forma di finanziamento più flessibile, si adatta bene alla maggiore o minore disponibilità di liquidità da parte dell’investitore. Il punto di partenza è infatti la maxirata iniziale che oscilla tra il 10 ed il 30 %. Maggiore sarà la maxirata da versare minore sarà il tasso dei canoni mensili e di conseguenza minore risulterà essere la somma corrispondente al riscatto finale che varia dal 1 al 30 %.

Un altro indiscutibile vantaggio del leasing immobiliare rispetto al mutuo è di natura prettamente fiscale, in particolare per il sistema azienda. Con il mutuo infatti il fisco permette la deduzione degli interessi ma non della quota di capitale. Mentre in caso di leasing con durata di almeno 8 anni i canoni mensili sono interamente deducibili.

Inoltre, le normative emanate dal Ministero delle Finanze rendono, da alcuni anni, questa forma di finanziamento più vantaggiosa anche per i privati e non solo per il mondo delle imprese. Dall’agosto 2005 infatti, la società di leasing che acquista un immobile incaricata da un privato potrà detrarre l’IVA. In questa risoluzione è stabilito che: “ possono essere assimilate alle imprese che hanno per oggetto esclusivo o principale dell’attività esercitata la costruzione o la rivendita dei fabbricati o le porzioni di immobili”. Questo darà al cliente la possibilità di usufruire dell’immobile, senza esserne proprietario fino al termine del contratto di leasing. Inoltre non sarà costretto a dichiarare rendite catastali tassabili e non dovrà pagare l’imposta del 2 % prevista sui mutui per la casa.

Definizione di titolo di debito

Il titolo di debito è un documento rappresentante un credito che il sottoscrittore di un contratto di debito pubblico acquista nei confronti dello Stato. Dal punto di vista della forma i titoli del debito pubblico si distinguono in nominativi e al portatore. I primi vengono definiti certificati e costituiscono un estratto autentico dell’iscrizione di una rendita fatta nel gran libro del debito pubblico. I titoli al portatore sono costituiti invece da cartelle, che indicano il numero progressivo per ciascuna serie e per ciascun esercizio finanziario, il capitale nominale, la durata, la data di emissione, la scadenza. Ad essi è unita una serie di cedole per il pagamento della rendita in rate semestrali. I titoli del debito pubblico circolano secondo le norme comuni. A seconda del tipo di prestito in relazione al quale sono stati emessi, i titoli del debito pubblico si possono distinguere in titoli del debito fluttuante e consolidato. Titoli del debito fluttuante sono quelli rimborsabili a scadenze stabilite, emessi in relazione ad un debito contratto per un breve periodo di tempo per provvedere a momentanei bisogni di cassa, conseguenti alla mancata equivalenza fra entrate e spese dello Stato, e che non viene iscritto nel gran libro del debito pubblico. Vengono definiti titoli del debito fluttuante perché non è possibile determinare l’ammontare, che raggiungeranno nel corso dell’annata e non è quindi possibile fissare in relazione ad essi a priori l’ammontare degli interessi da corrispondere. La forma tipica dei titoli del debito pubblico fluttuante è costituita dai buoni ordinari del Tesoro. Essi sono caratterizzati dalla loro facile negoziabilità e dal fatto che l’interesse è scontato, anticipato, al momento dell’emissione dell’obbligazione; invece di essere pagato al momento del rimborso, è detratto dalla somma pagata dal sottoscrittore al momento dell’acquisto del titolo. Titoli del debito consolidato sono invece quelli emessi in relazione a debiti a scadenza lunga ed eventualmente anche indeterminata, che hanno una sistemazione fissa nel quadro della finanza pubblica ed il cui servizio figura fra le spese ordinarie del bilancio. Si distinguono in titoli del debito consolidato redimibile e titoli del debito consolidato irredimibile. I primi sono quelli emessi dallo Stato con l’obbligo della restituzione del capitale entro un termine prefissato e secondo un piano di ammortamento prestabilito. Rientrano in questa categoria i buoni del Tesoro pluriennali e le cartelle rimborsabili per sorteggio periodico. I secondi sono quei titoli emessi in relazione ad un prestito contratto dallo Stato con il solo obbligo di pagare puntualmente gli interessi, senza assunzione di alcun impegno di restituzione del capitale per una data prefissata; tale restituzione potrà avvenire, se e quando dovesse sembrare opportuna, mediante riscatto dei titoli al prezzo corrente sul mercato o mediante conversione.

Definizione di tasso di sconto. Cos'è

Nella pratica, per tasso di sconto s’intende il saggio applicato dagli istituti di credito alle operazioni di sconto di crediti cartolari o non cartolari presentati dai clienti. Il costo percentuale annuo di un’operazione di sconto è tuttavia superiore al tasso praticato dalla banca, poiché include compensi accessori e commissioni. Gli istituti di credito non usano applicare un’ unico saggio a tutte le operazioni di sconto, ma fissano una serie di tassi in relazione sia alle caratteristiche del cliente e del titolo presentato allo sconto, sia alle proprie condizioni di gestione e alla situazione del mercato dei capitali. Sulla misura del tasso di sconto influisce anche quella del saggio ufficiale di sconto praticato dalla Banca Centrale. Lo sconto relativo ad un capitale unitario e ad un periodo unitario di anticipazione per esempio un anno, è detto tasso effettivo di sconto. Due tassi effettivi di sconto riferiti a tempi di anticipazione diversi, sono detti equivalenti quando, applicati ad uno stesso capitale per un identico periodo, producono il medesimo valore attuale.

Finanziamento statale

E’ un finanziamento da parte dello Stato, che serve a sostenere l’attività di enti pubblici e di settori produttivi considerati di interesse nazionale, in relazione agli obiettivi di politica economica prescelti. Di finanziamento statale si parla sia quando viene orientato ad enti pubblici, sia quando è rivolto al settore privato. Nel primo caso rilevante risulta essere l’attività svolta dalla Cassa depositi e prestiti nell’esercizio del credito agevolato per il ripianamento dei deficit economici di comuni e province. L’apporto finanziario avviene sotto forma di trasferimento di reddito oppure consiste in un’operazione di credito vantaggiosa sia per l’ente mutuante che per il mutuatario. Tipico esempio di agevolazione è la garanzia concessa dallo Stato che deriva il suo speciale valore dalla natura peculiare del soggetto garante. Per quanto detto si possono individuare tre fondamentali figure d’intervento diretto da parte dello Stato:

* Somministrazione di fondi statali derivanti da mezzi di bilancio per la cessione di mutui diretti a condizione di favore;
* Erogazione di fondi da parte del Tesoro ad integrazione delle disponibilità finanziarie di enti finanziari e istituti di credito di diritto pubblico per lo svolgimento delle loro attività statutarie;
* Concessione della garanzia del Tesoro abbinata, in alcuni casi, ad un contributo in conto interessi, su operazioni di credito intraprese da enti finanziari e istituti di credito di diritto pubblico con mezzi propri.


Alle operazioni comprese in quest’ultima categoria si possono assimilare le varie altre agevolazioni che lo Stato può accordare, come: sottrarre le garanzie concesse agli enti mutuanti al regime ordinario della revocatoria fallimentare; prevedere un trattamento fiscale di favore; istituire privilegi di esecuzione per il recupero dei crediti dei mutuatari morosi; escludere dal sequestro e dal pignoramento le somme erogate ai beneficiari.

Aggiornamento attuale tasso Euribor e Euris

Già in passato abbiamo parlato dell' Eurirs e dell' Euribor e abbiamo avuto modo di comprendere come determino il costo di un finanziamento e che tali valori tendono a cambiare nel tempo. Al fine di rendere più chiaro l'andamento di tali tassi ecco una tabella riassuntiva degli ultimi valori rilevati.

Finanziamento dello sviluppo

Intendiamo con questo termine la realizzazione dei mezzi finanziari necessari a sostenere la formazione di capitale reale, con lo scopo di realizzare la crescita del reddito. La creazione di beni capitali che concretizza il processo di sviluppo, necessita del contenimento dei consumi, per incrementare la parte risparmiata del reddito, il cui impiego produttivo può avvenire sia tramite autofinanziamento, sia con l’intermediazione degli istituti di credito. Il credito assume una funzione di impulso allo sviluppo, nel senso che la sua creazione può contribuire a favorire l’impiego dei fattori produttivi inutilizzati e determinare pertanto l’incremento del reddito e, quindi, del risparmio. Nei sistemi economici più evoluti, la dissociazione tra coloro erogano finanziamenti (sistema bancario) e coloro che ne richiedono per fini produttivi (imprenditori), rende ancora più complessa e articolata l’intermediazione creditizia. Per questo, aiuta l’intervento dei poteri pubblici, in quanto l’attuazione di agevolazioni e incentivi rappresenta lo strumento più rilevante delle politiche di sviluppo orientate sia ai settori produttivi che a quelle aree del paese (sud) il cui sistema economico è deficitario rispetto all’economia nazionale. A questo fine fu approntata la cassa per il mezzogiorno oltre all’attività di altri enti che hanno come fine istituzionale lo sviluppo di condizioni favorevoli per l’economia del meridione. Nei paesi in via di sviluppo, quando la formazione di risparmio interno è insufficiente, il problema del finanziamento è affrontato ricorrendo agli aiuti internazionali e all’importazione di capitale estero. Il problema è che tali investimenti esteri diventano spesso un arma di ricatto venendo contrastati o agevolati in relazione alla linea politica della sovranità del paese in questione. Soprattutto nell’ultimo dopoguerra al problema del finanziamento dello sviluppo si è cercato di dare una risposta a livello internazionale. Nel 1944 alla conferenza di Bretton Woods fu istituita la Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, cui successivamente si sono aggiunte filiazioni: la società finanziaria internazionale nel 1956 (SFI) e l’associazione nazionale per lo sviluppo nel 1959 (IDA).

DEFINIZIONE DI TITOLO DI CREDITO

Impegno documentato da parte del debitore di offrire una prestazione a favore del possessore del documento medesimo. Il diritto relativo è incorporato nel titolo, perciò non può essere esercitato senza il possesso del documento. Il titolo di credito nell’economia moderna serve per agevolare e velocizzare il trasferimento dei crediti, essendo sufficiente avvalersi del documento in questione affinchè venga attribuito al possessore il diritto alla prestazione in esso indicata. Il titolo di credito ha anche funzione dispositiva, serve, cioè a far valere o ad attribuire ad altri il diritto alla prestazione. Sono previste tre categorie di titoli di credito: Al portatore, all’ordine e nominativi. I titoli al portatore: il diritto alla prestazione si concretizza attraverso la semplice consegna. Titoli all’ordine: sono quelli che si realizzano con la consegna del titolo e la girata che è l’ordine dato dall’intestatario al debitore di indirizzare la prestazione a persona diversa. Nominativi invece sono quei titoli intestati a favore di una determinata persona. L’intestazione risulta sia dal titolo stesso che dal debitore che ha emesso il titolo. Il titolo nominativo può essere trasferito anche con girata piena ed autenticata da un notaio o da un agente di cambio; tale trasferimento ha pertanto efficacia soltanto tra le parti. Caratteristiche essenziali del titolo di credito sono la letteralità e l’autonomia. La prima determina la quantità e la qualità del diritto e serve a proteggere l’attore terzo che, in buona fede, ha fatto affidamento sulla legalità del documento. Per questo l’obbligazione connessa al titolo si chiama cartolare, in quanto incorporata nel documento stesso, dal latino cartula. Né il debitore né il creditore possono far valere pretese più ampie di quelle scritte sul titolo. L’autonomia tutela l’affidamento del terzo a cui il diritto è stato trasferito, che acquista così un diritto nuovo e autonomo rispetto a quello del precedente titolare. A seconda di chi li emette, i titoli di credito si distinguono in pubblici e privati. Sono pubblici quelli emessi dallo Stato o da enti pubblici; sono invece privati quelli emessi da soggetti privati.

DEFINIZIONE BASE DI TASSO DI INTERESSE

Prezzo del denaro riferito ad un determinato arco di tempo. Nelle operazioni bancarie si distingue un tasso passivo ovvero a favore del depositante ed un tasso attivo cioè a carico di chi ottiene un credito. La differenza nelle misure dei due tassi deriva dal costo dell’intermediazione creditizia che assume a suo carico i rischi e l’amministrazione del denaro. Il tasso di interesse prende il nome di tasso di sconto quando si vuole realizzare immediatamente un credito non ancora scaduto. In un mercato che consente movimenti di risparmio, il tasso d’interesse dovrebbe tendere ad essere unico. La presenza di elementi addizionali, quali i compensi per le spese di gestione del risparmio e quelli relativi ai rischi inerenti alla cessione, spiega la coesistenza di tassi d’interesse diversi. I tassi d’interesse a breve scadenza sono, in genere, inferiori a quelli per prestiti a lunga scadenza. La disciplina della raccolta di risparmio delle banche regola in maniera diversa le ipotesi del breve, del medio e del lungo termine. Con riguardo al breve termine, al fine di evitare, come avvenuta in passato che le banche attuino politiche dei tassi d’interesse sospinte da esasperate esigenze concorrenziali, sono stati stipulati accordi interbancari che vincolano i contraenti al rispetto dei criteri in essi fissati, specialmente per quanto atteneva i tassi d’interesse attivi e passivi. Nel breve periodo, presentandosi il risparmio soprattutto sotto forma monetaria, il tasso d’interesse aumenta o diminuisce con il diminuire o l’aumentare della moneta in circolazione. In periodi più lunghi, invece, il suo livello risulta essere collegato alla tendenza dei profitti. Le variazioni del tasso nominale d’interesse non seguono con esattezza l’andamento dei livelli dei prezzi; si ha quindi un tasso d’interesse reale ed uno virtuale.

COS’E’ IL TASSO AGEVOLATO NEI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Trattasi di agevolazioni creditizie orientate allo sviluppo di attività produttive. Il credito agevolato è diventato uno strumento di politica economica che ha lo scopo di ridurre gli squilibri settoriali e territoriali, e , nel contempo, a salvaguardare la stabilità del potere d’acquisto della moneta oltre che attenuare eventuali crisi del sistema economico. Molti tipi di crediti speciali sono agevolati, come il credito alla media e piccola industria oppure a quelle operanti nel mezzogiorno. Le agevolazioni concesse dallo Stato si orientano o verso il contributo agli interessi o nei contributi in conto capitale (agevolazioni creditizie). Nel primo caso il contributo è contenuto nei limiti della perdita effettivamente subita dall’istituto erogante in ciascuna operazione effettuata, al tasso agevolato anziché a quello di mercato; nel secondo, che riguarda il credito a favore delle aziende che investono nel sud d’Italia o nelle zone depresse del centro nord, il contributo è in rapporto ad una percentuale degli investimenti effettuati dall’operatore beneficiario e si concretizza in una somma erogata a fondo perduto ovvero senza obbligo di restituzione. In questo caso si parlerà di incentivi statali.

Documenti e prassi mutuo acquisto di una casa

Per accedere ad un mutuo per l’acquisto di un immobile è necessario percorrere il seguente iter:
Compromesso – E’ una scrittura privata fra compratore e venditore che per una maggiore sicurezza del primo è meglio fare dal notaio. Questo per due ordini di ragioni. Perché il notaio controllerà se l’immobile che siamo in procinto di acquistare non provenga da qualche fallimento e risulti quindi gravato da ipoteca. Perché il notaio registrerà il compromesso dandogli un valore legale e offrendo così una garanzia al compratore.
In questa fase la banca aprirà la pratica di mutuo ma soltanto sul piano teorico perché non si è ancora proprietari. Questa la documentazione che è necessario esibire al funzionario di banca:

* Atto di compravendita o Atto di proprietà – Il notaio intesta l’immobile. La parcella notarile varia di solito dai 1.500 ai 2000 € per atto.



* Le ultime due buste paga che servono a certificare una affidabile, per l’istituto erogante, situazione lavorativa.



* Dichiarazione del proprio titolare o della propria azienda che certifichi il contratto di lavoro a tempo indeterminato.



* Altre forma di garanzia come eventuali garanti o proprietà possono rappresentano un ottimo biglietto da visita ma non sono necessariamente richiesti.


Perizia – La banca si affiderà ad un consulente esterno, un perito decretato dalla banca ra una lista di nominativi che dovrà definire il valore commerciale dell’immobile. Poi chiederà al notaio una relazione preliminare sull’immobile per assicurarsi che l’immobile non sia gravata da fallimento, da ipoteca volontaria (Es.hai già un mutuo con un'altra banca) o giudiziaria (Es. non paghi le tase). A questo punto la banca può iniziare la pratica di mutuo perché dopo aver stipulato l’atto di compravendita si è proprietari dell’immobile a tutti gli effetti.
Atto di mutuo – Gli attori chiamati in causa sono il funzionario di banca, il notaio ed il compratore dell’immobile. La banca manda al notaio una bozza del tipo di mutuo richiesto dal compratore.e stabilisce il giorno dell’atto. Il notaio in base al tipo di mutuo selezionato legge l’atto di mutuo e se risulta essere tutto in regola questo verrà contratto cono firma dal compratore. La rata che il cliente si troverà a dover pagare sarà composta dallo spread ( guadagno effettivo della banca) + tasso variabile (indicizzazione Euribor) o tasso fisso (indicizzazione Eurirs). La banca potrà adesso deliberare il mutuo. Il compratore se si tratta di prima casa deve pagare di tasse il 4% del valore commerciale dell’immobile, sia che acquisti da privati sia dalla società costruttrice. Se trattasi invece di seconda casa le tasse saranno il 7% da privati e il 10% da società costruttrice. Se la compravendita dell’immobile viene poi affidata ad un agenzia immobiliare, quest’ultima verrà remunerata con la percentuale pattuita nel mandato che stipula il compratore e di solito è una percentuale che varia dal 3 al 4%.

Leggi anche: I tipi di mutuo più comuni e diffusi

Eurirs Definizione di Euro Interest Rate Swap EUROIRS

L’Euroirs o Eurirs è l’acronimo di Euro Interest Rate Swap (tasso per gli swap su interessi). Viene calcolato giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea (le 50 banche più importanti della comunità europea) e rappresenta il tasso d’interesse medio con il quale i principali istituti europei stipulano swap. E’ più comunemente conosciuto con la sigla IRS e rappresenta in pratica il tasso dei mutui a tasso fisso. In definitiva, le banche per mettersi a riparo di un eventuale rialzo dei tassi di mercato, stipulano dei contratti in strumenti derivati, gli swap. Per questo il tasso di riferimento in questione non è indicizzato al tasso di sconto ed alla politica monetaria decisa dalla BCE (Banca Centrale Europea). La Federazione Bancaria Europea infatti è un istituto indipendente rispetto alla BCE.

Nel caso di un mutuo a tasso fisso il valore dell’Eurirs verrà sommato allo spread (guadagno reale della banca) ed aumenterà non in relazione alla somma erogata ma alla lunghezza del mutuo.



Come anticipato, l’Eurirs è strettamente connesso al termine swap. Questi non è altro che un accordo tra due parti (le banche) che si scambiano crediti secondo date prestabilite. La definizione delle quantità di flussi da scambiare dipende dal Libor (London Interbank Offer Rate); il tasso d’interesse offerto dalle banche sui depositi di altre banche.

Esistono diverse tipologie di swap:

Interest Rate Swap (IRS) – Scambio periodico tra due controparti di crediti aventi natura di “interesse” calcolati sulla base di tassi di interesse predefiniti e di un capitale teorico di riferimento. E’ utilizzato sia per agevolare la gestione di fondi comuni che per immunizzarsi dagli effetti di consistenti fluttuazioni di mercato.

Currency Swap – Scambio tra due controparti di crediti aventi capitale ed interessi espressi in due valute differenti. Consente, per esempio, ad un azienda americana non nota in Giappone, di trasformare il proprio debito in dollari in un corrispettivo debito in yen.

Equity Swap – Scambio di dividendi su un indice azionario, a tasso fisso o variabile.

Puttable Swap – Una delle controparti può concludere anticipatamente la vita dello swap.

Extendable Swap – Una delle due controparti può estendere la vita dello swap

Differential Swap – Scambio fra due tassi d’interesse variabile. Uno nella valuta nazionale, e l’altro in una valuta estera essendo entrambi i tassi applicati a quello denominato in valuta nazionale.

Forward Swap – Passa un periodo di tempo fra la data in cui lo swap viene negoziato e la data effettiva dello swap.

Basis Swap – Si scambia un tasso variabile con un altro. Il constant maturità swap è lo scambio di un tasso Libor con un tasso swap. Il constant treasury swap è invece quello fra un tasso Libor ed un tasso di un titolo di Stato.

Zero – Coupon Swap – Una delle controparti fa un pagamento in un’unica soluzione invece che produrre pagamenti durante la vita dello swap. Di solito verrà effettuato alla data di scadenza dello swap, anche se è lecito per le parti accordarsi per un pagamento da effettuarsi all’inizio o durante la vita dello swap.
Leggi anche: Cos'è l'Euribor

Definizione di Euribor

Euribor è l’acronimo di “Euro Interbank Offered Rate” è espresso in termini percentuali, e rappresenta il tasso con il quale le banche prestano denaro ad altre banche nell’area dell’Euro. La stima di questo tasso interbancario viene attuata tutti i giorni feriali dall’Euribor Panel Steering Committee, cioè un comitato di esperti, in base ai dati ricevuti dalle 57 banche più rappresentative della comunità europea. Per conoscerla in tempo reale basta rivolgersi al sito ufficiale www.euribor.org.

Questo tasso viene utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile.

Aggiunto allo spread (il guadagno reale della banca) andrà infatti a comporre il tasso d’interesse del mutuo erogato al cliente.


L’Euribor è un parametro molto sensibile alle fluttuazioni del sistema economico su scala globale che si ripercuotono nel mercato. Così quando la Banca Centrale Europea (BCE) in rapporto a fattori contingenti di questa natura, aumenta o diminuisce il costo del denaro questo tasso si adegua di conseguenza. Infatti la crisi del mercato del credito si è tradotta anche nell’aumento dell’Euribor e questo perché in tempo di sfiducia, le banche europee fra di loro si fidano meno a prestare soldi ed alzano i tassi. Un’altra spiegazione di questo fenomeno, strettamente connesso alla crisi dei mutui subprime, arriva dall’Adusbef secondo la quale le banche hanno utilizzato il rialzo dell’Euribor per rifarsi delle conseguenti perdite. Basti pensare che l’Euribor a tre mesi il 30 settembre del 2008 si attestava al 5,24% mentre solo nel 2005 era al 2,40%. Questo ha portato quindi molte persone (in Italia 3,2 milioni di famiglie) a cui era stato erogato un mutuo a tasso variabile, a vedere le proprie rate crescere esponenziale.

LEggi anche: Cos'è L'Euris

BAsilea 2. Normativa internazionale sui finanziamenti

Si tratta di una normativa internazionale che definisce i requisiti patrimoniali delle banche e rappresenta per questo una forma di assicurazione nei confronti di tutti i finanziamenti erogati alla clientela. Questo si basa sul principio che le banche aderenti a questa normativa debbano accantonare quote di capitale in proporzione al rischio legato a tutti i rapporti di credito assunti.
Tale accantonamento ha lo scopo di:

1. Tutelare gli istituti di credito eroganti
2. Tutelarsi dalla concorrenza sleale tra grandi banche internazionali che potrebbero concedere ad alcuni paesi il privilegio di prestiti con livelli di patrimonio esigui.
3. Avere il controllo sulle banche che in caso di rilevanti insolvenze potrebbe mettere in crisi intere economie nazionali.


Questi invece le modalità operative della normativa:

1. Calcolo del rischio sul credito attraverso il rating ovvero una classifica stilata dall’istituto di credito oppure l’ausilio di istituti esterni accreditati.
2. Maggiore trasparenza da parte degli istituti di credito nei confronti del mercato.
3. Aumento dei poteri di vigilanza e controllo. In questo va l’ideazione della “pratica di fido elettronico” che obbliga i funzionari ad immettere le informazioni al computer e a seguire le indicazioni formulate dal supporto informatico.

Definizione di apertura di credito: cosa è

Con Definizione di apertura di credito riferiamo all’impegno assunto dalla banca nei confronti del cliente, di mettere a sua disposizione una certa somma (fido per cassa) o di assumere per suo conto determinate obbligazioni (fido di firma).
In senso stretto, è il contratto tipico col quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato.
L’apertura di credito è detta “semplice” quando il beneficiario può utilizzare il credito una volta sola sia pure con successivi parziali prelevamenti; “in conto corrente“ quando invece l’accreditato ha la possibilità, con successivi versamenti, di ripristinare nuovamente la disponibilità e quindi di riutilizzare la somma sino ad estinzione del contratto.

 Se basata soltanto sulla fiducia dell’istituto erogante nei confronti del cliente, viene chiamata “allo scoperto”; se è invece assistita da una garanzia collaterale (personale o reale) assume il nome di “apertura di credito garantita” o anche “scoperto garantito”.

Quando il contratto è a tempo determinato la banca può recedere prima della scadenza, salvo patto contrario, soltanto se ricorra una giusta causa; il recesso sospende l’utilizzazione ulteriore del credito ma quest’ultima dovrà concedere un termine di almeno 15 giorni per la restituzione delle somme utilizzate.

Quando il contratto è a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere tramite preavviso secondo i tempi stabiliti nel contratto o, in sua mancanza, di 15 giorni. La banca addebiterà al cliente anche le spese postali e di tenuta del conto.

La tecnica bancaria classifica le aperture di credito oltre che in garantite e non garantite, per cassa e di firma, in apertura di credito speciale a favore del richiedente e di terzi. Queste ultime, utilizzate soprattutto nel commercio con l’estero, possono essere semplici o documentarie.

Forme di mutuo comuni: Mutuo di liquidità, debiti, ristrutturazione

Forme di mutuo più comuni. Approfondimento veloce


Mutuo di liquidità – Questo genere di finanziamento è spesso utilizzato dagli imprenditori che hanno necessità di investimento più di altre categorie professionali. In pratica viene dato in garanzia l’immobile. Un perito, professionista esterno ma accreditato dalla banca valuta il valore commerciale dell’immobile. Poi la banca erogando il mutuo mette un’ ipoteca di primo grado sull’abitazione. La forma di pagamento è identica a quella di un mutuo per la compravendita immobiliare ma in caso di mancato pagamento l’istituto erogante si rifà sull’immobile dato in garanzia. Fino a 15 anni fa questa forma di finanziamento non era molto comune ma oggi è invece molto comune. Le banche infatti hanno dovuto necessariamente adeguarsi per non perdere rilevanti fette di mercato. Lo spread (guadagno effettivo della banca) è un po’ più alto di un mutuo per acquistare un immobile.

Mutuo di consolidamento debiti – Come per il mutuo di liquidità anche in questo caso si tratta di chiedere un prestito dando in garanzia un’immobile. In questo caso però tale finanziamento viene utilizzato per estinguere debiti regressi. Esempio: Se devo pagare una rata di 200 € al mese per la macchina, 300 € al mese per la moto, e 600 € per la casa con il mutuo di consolidamento debiti è possibile accorpare il tutto in un solo debito con una rata mensile più bassa perché spalmata su un lasso di tempo maggiore, per esempio 30 anni. Conviene quando la propria situazione finanziaria è gravata da diversi debiti. Anche in questo anche se lo spread si può contrattare di solito è più alto di quello per un mutuo di compravendita .


Mutuo di ristrutturazione – Si garantisce l’istituto erogante sempre con l’immobile ma il finanziamento erogato viene utilizzato appunto per ristrutturare la stessa abitazione. Viene fatto un preventivo di ristrutturazione da parte del perito accreditato dalla banca. Per accedere a questo genere di mutuo, come per i precedenti, bisogna essere proprietari. In questo caso basterà oltre all’atto di proprietà anche la mappa catastale dell’immobile.



Vedi anche Importo e durata di un mutuo - Documenti e requisiti mutuo - Mutui garantiti e chirografari

Finanziamenti e prestiti Inpdap per pensionati e dipendenti Requisiti e Esempio

Finanziamenti Inpdap


I finanziamenti Inpdap si rivolgono a dipendenti, pensionati pubblici iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni redditizie e sociali, possono richiedere prestiti pluriennali da restituire con trattenute mensili su stipendio o pensione non superiori a un quinto.
Requisiti per accedervi:

* Essere in attività di servizio o titolare di pensione diretta.
* Documentare lo stato di bisogno e l’eventuale spesa a seconda della motivazione per cui si richiede il finanziamento.
* Avere maturato quattro anni di servizio affettivo nel rapporto di impiego utili a pensione (due se invalidi o mutilati di guerra o decorati al valore militare).


Possono richiedere un prestito pluriennale anche i dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato non inferiore a tre anni che hanno già maturato l’anzianità di iscrizione richiesta. Il prestito può avere durata quinquennale e l’importo in questo caso dovrà essere restituito in 60 rate mensili o decennale in 120 rate mensili. Si calcolerà moltiplicando il quinto dello stipendio o pensione, al netto delle ritenute, per il numero delle rate mensili corrispondenti alla durata del prestito. La rata mensile non potrà essere superiore a un quinto dello stipendio o della pensione. Il prestito viene concesso al tasso d’interesse del 3,90 % a scalare. Per i dipendenti, dall’importo lordo della somma concessa vengono detratti:
per i prestiti quinquennali

* spese di amministrazione: 0,50%
* premio fondo rischi
* 1,50% per il personale con limite d’età pensionabile a 65 anni
* 2% con limite di età pensionabile superiore a 65 anni


Per i prestiti decennali

* spese di amministrazione: 0,50%
* premio fondo rischi
* 3% per il personale con limite di età pensionabile superiore a 65 anni


Queste forme di finanziamento si ottengono presentando domanda sul modello fornito dall’Istituto, all’Amministrazione di appartenenza che provvederà ad inoltrarla, completa dei dati e dei relativi documenti, alla sede Inpdap competente per territorio o alla sede Inpdap che eroga il trattamento di pensione. Alla domanda dovranno essere allegati:

* La documentazione attestante lo stato di bisogno e l’eventuale spesa (sostenuta o ancora da sostenere) a seconda della motivazione prevista nei criteri di erogazione dei prestiti.
* Solo per i dipendenti è richiesto il certificato medico di sana costituzione fisica.


E’ consentita l’estinzione anticipata in qualsiasi momento semplicemente con il versamento del debito residuo.

Definizione di tasso di cambio

S’intende il rapporto tra il valore di due valute. Per le valute negoziate in borsa, tale rapporto alla chiusura delle negoziazioni è indicato nel listino di borsa, espresso, in genere, nella moneta del paese in cui avviene la quotazione. Il corso dei cambi deriva dai criteri che le autorità responsabili ritengono idonei. Questi sono: criterio della massima rigidità; criterio della massima fluidità; criterio della convergenza. Quest’ultimo presuppone che le autorità stimino, opportunamente un tasso di cambio di equilibrio ed operino interventi atti ad orientare il tasso coerente verso il valore desiderato: tale criterio si concretizza, quindi in un regime di tassi di cambio fluttuanti, senza parità né limiti di oscillazione dichiarati. Il primo e il secondo criterio sono invece quelli che si approssimano alla definizione teorica di tassi di cambio fissi e di cambio flessibili. Il cambio si definisce fisso quando è ufficialmente stabilito il prezzo della moneta nazionale rispetto all’oro o ad altre monete ancorate all’oro. Tale sistema è prevalso fino alla prima guerra mondiale e fu adottato più di recente, dagli “accordi di Bretton Woods”. Il cambio si definisce invece flessibile quando la variazione del corso dei cambi è affidata direttamente al mercato, per cui il tasso viene determinato dalla legge della domanda e dell’ offerta sul mercato delle valute interessate. A favore dei cambi fissi può essere addotta la certezza di cambio che tale regime apporta nelle relazioni economiche internazionali, in grado di agevolare l’espansione del commercio internazionale. A favore dei cambi flessibili invece c’è la semplicità e la continuità dell’aggiustamento, la maggiore indipendenza delle politiche interne, la riduzione del fabbisogno di riserve. I critici segnalano, però, che il sistema a cambi flessibili si presta a vaste speculazioni, provocando incessanti e profonde fluttuazioni, continui mutamenti nei rapporti commerciali fra i vari paesi, nonché l’aumento di rischi per gli operatori economici, con conseguente rallentamento degli investimenti di capitali.

Concetti base del prestito auto

Il prestito auto è una forma di prestito finalizzato perché
contratto per la specifica esigenza di acquisto di un autoveicolo. Questo potrà
essere nuovo o usato. Nel prestito saranno incluse anche tutte le spese
accessorie come la quota assicurativa, il passaggio di proprietà, tasse e spese
burocratiche. Si tratta solitamente di un finanziamento a tasso fisso
indirizzato a lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi o pensionati. La
durata del prestito può variare da 1 a 10 anno e in alcuni casi viene offerta
la possibilità di iniziare a rimborsare la somma precedentemente erogata dopo
un determinato periodo di tempo, anche se gli interessi partiranno dal giorno
di stipula del contratto di prestito. Un vantaggio di questa forma di
finanziamento sono i tempi ridotti per la sua erogazione mentre il pagamento
avverrà attraverso l’accredito diretto sul conto corrente del cliente. E’
accessibile anche a protestati e cattivi pagatori ma secondo le condizioni
imposte dall’istituto di credito. C’è però una differenza sostanziale fra il
prestito per una vettura nuova ed una usata perché nella seconda eventualità
sono più frequenti casi d’insolvenza. Infatti, solitamente, in questo caso, gli
interessi decisi dall’istituto erogante sono più elevati, la durata del
prestito è più breve oppure viene imposto un limite massimo di cilindrata del
veicolo. Evenienze queste che non si propongono se l’autovettura è nuova. Per maggiori info leggi sul post consigli e approfondimenti prestito auto


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